Cittadinanza Attiva
L’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA) – Pisa negli anni ha lavorato per dare voce alle necessità delle famiglie colpite dalla malattia di Alzheimer e per migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. Lo slogan condiviso all’interno di AIMA riassume efficacemente l'impegno dell’associazione: "Non dimenticare chi dimentica", ovvero, in estrema sintesi, sensibilizzare e informare ma anche battersi, con determinazione, per la tutela dei diritti, per la promozione dei servizi e della formazione, per gli investimenti nella ricerca e per una "organizzazione delle cure" rispettosa dei bisogni e dignitosa per le persone.
Negli ultimi decenni la speranza di vita è cresciuta in maniera costante: la Toscana, non solo non fa eccezione ma rappresenta uno dei casi più eclatanti, caratterizzandosi come una delle prime Regioni a maggior incidenza della popolazione anziana. Tale incremento comporterà un ulteriore consistente aumento della prevalenza dei pazienti affetti da demenza.
Per raggiungere l'obiettivo di un’assistenza efficace è necessario trovare azioni sostenibili con una collaborazione tra tutti gli attori, quali il sistema sanitario e la società in generale, agendo sull’informazione, sulla sensibilizzazione ed educazione alla malattia.
Alla luce di esperienze italiane, europee e mondiali, AIMA Pisa ha creato il progetto “Cittadinanza Attiva per la demenza e l’anziano fragile” finanziato da Fondazione Pisa in collaborazione con Società della Salute Pisana. Tale progetto, attivato su i quartieri San Giusto-San Marco e Sant’Ermete, ha come obiettivo principale la creazione di una rete solidale sul quartiere, raccogliendo i bisogni delle persone ed incentivando azioni di “cittadinanza attiva”, che favoriscano una coesione sociale tra le famiglie, i servizi e gli operatori.
Crediamo fortemente che le reti informali di sostegno per gli anziani con l’attivazione di forme di volontariato “leggero” tra gli abitanti del quartiere stesso sia un piccolo grande passo per prevenire forme precoci di istituzionalizzazioni e per una vita più accogliente e sicura in un ambiente protetto a misura di “anziano fragile”.